Scegliere qualita maglie calcio cina
Torinese (1894, antenato dell’attuale Torino), l’Udinese (1896), la Juventus (1897), l’Ascoli (1898), il Milan (1899), la Sampierdarenese (la cui sezione calcio fondata nel 1899, che darà i natali alla Sampdoria), la Lazio (1900). Altri (S.S. Pro-Roma nel 1911, tutte progenitrici dell’attuale A.S. Roma; Venezia nel 1907, Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas – antenata dell’attuale compagine gigliata – nel 1912, Parma nel 1913) sarebbero sorti in quegli stessi anni. Questo fino al 1º gennaio 1970 quando, unitamente alla maglia crociata, la Parmense diventa Parma A.C. e adotta lo scudo con la croce nera in campo bianco e le strisce verticali gialloblù, utilizzato fino agli anni 2000 (anche se prima del 1983 raramente apposto sulla maglia). La competizione venne interrotta a causa dell’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista il 12 marzo 1938. Al momento dell’interruzione la prima classificata era l’Ungheria ma la Jugoslavia non venne invitata neanche in questa edizione. La stagione seguente, pur militando ancora in Serie B, il tecnico Emiliano Mondonico trascina i suoi fino alle semifinali della competizione europea, miglior piazzamento nelle competizioni UEFA di una squadra non iscritta alla propria prima divisione nazionale. In quella squadra allenata da Carlo Alberto Quario, militavano giocatori del calibro di Gianni Seghedoni, Giuseppe Giorgino, Eldino Danelutti, Carmine Jacovazzo, Alfio Mandich, Salvatore Martire, Aldo Checchetti, Gaetano Conti, Luciano Giusti, Mario Vergani, Gianfranco Gozzi.
Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. A fine anno il Perugia partecipò inoltre alla poule nazionale del campionato, arrivando a giocarsi in finale la conquista dello scudetto di categoria, che però andò appannaggio del Cuneo. L’8 giugno affrontò l’Italia a Roma, priva, però del regista Ivica Osim, infortunatosi in semifinale. Il risultato non cambiò durante i tempi supplementari, e nella ripetizione di due giorni dopo l’Italia vinse agevolmente, con reti decisive di Riva e Anastasi, contro una Jugoslavia penalizzata da molte assenze e infortuni; l’Italia si aggiudicò il primo titolo europeo della sua storia e la Jugoslavia dovette abbandonare Roma con molta delusione. La Jugoslavia giocò la sua ultima partita il 25 marzo 1992 contro i Paesi Bassi, era un’amichevole che la Jugoslavia perse 2-0; dopo questa partita la nazionale di calcio della Jugoslavia cessò definitivamente di esistere a causa della sua disgregazione. Nella prima edizione del Campionato europeo la Jugoslavia eliminò in semifinale la Francia per 5-4. La partita fu memorabile ed è passata alla storia come una delle vittorie più belle della nazionale jugoslava. Ma vi fu anche lo sfondamento della quota delle 60 000 autovetture prodotte, solo tre anni dopo averne raggiunte faticosamente 30 000 in 24 anni.
Negli anni ottanta la nazionale jugoslava affrontò un periodo difficile; dopo le mancate qualificazioni ad Argentina 1978 e ad Euro 1980, i plavi ottennero la qualificazione al Campionato mondiale di calcio 1982 ma abbandonarono il torneo dopo aver ottenuto solo 3 punti in 3 partite: pareggiarono 0-0 contro l’Irlanda del Nord, persero 2-1 contro la Spagna a causa di una condotta arbitrale non irreprensibile (un rigore fallito dalla Spagna e fatto inspiegabilmente ripetere fino a quando non fu realizzato) e vinsero 1-0 contro l’Honduras. Gigi Riva, L’ultimo rigore di Faruk. Esordì in campo internazionale il 28 agosto 1920 ad Anversa perdendo per 7-0 contro la Cecoslovacchia. Pordenone (che all’epoca contava quasi 17 000 abitanti) era conosciuta in tutta Italia anche per il campo di aviazione della Comina inaugurato nella primavera del 1910, dal quale si alzavano in volo i vari Francesco Baracca, Oreste Salomone, Alfredo Barbieri e il «vate» D’Annunzio, che in città trovavano alloggio e svago. In Italia esistevano già club che avrebbero fatto la storia del calcio nazionale, come il Genoa (fondato nel 1893), il F.C. Il fallimento del Varese F.C. L’attuale sodalizio si è costituito ufficialmente il 17 maggio 2024 in seguito al fallimento e alla successiva revoca di affiliazione da parte della FIGC del Pordenone Calcio.
L’assegnazione del titolo sportivo torna nuovamente nelle mani dell’amministrazione comunale, che ne fa richiesta alla FIGC e, ottenuta l’approvazione, si fa carico di vagliare le quattro offerte pervenute, alcune delle quali avevano precedentemente già trattato l’acquisizione della cessata Robur Siena. Nei primi anni del Novecento, la città di Pordenone aveva conosciuto un notevole sviluppo economico ed industriale nelle lavorazioni metalmeccaniche, siderurgiche, chimiche e del legno, andate ad affiancarsi ai già avviati settori del tessile, della ceramica e della carta, grazie anche all’avvento dell’energia idroelettrica utilizzata fin dal 1888. La città cresceva e i suoi cittadini sapevano lavorare quanto divertirsi: se gli operai preferivano al freddo delle case il tepore delle osterie, chi aveva maggiori possibilità frequentava i caffè, il teatro, le feste da ballo. L’undici jugoslavo partecipò al Campionato mondiale di calcio 1990 ottenendo buoni risultati, grazie all’apporto di alcuni vincitori della Coppa del Mondo Under 20 nel 1987 come Savičević, Jarni, Šuker, Prosinečki ed altri. Dopo aver ottenuto il secondo posto nel Gruppo D, negli ottavi di finale gli jugoslavi eliminarono la Spagna per 2-1, dopo i tempi supplementari, grazie a una doppietta di Stojković. La società conta 13 partecipazioni al campionato italiano di Serie A, dove ha conseguito come miglior piazzamento un secondo posto nell’annata 1978-1979; nella stessa stagione gli umbri stabilirono il record d’imbattibilità, diventando la prima squadra dall’istituzione del girone unico a chiudere una stagione di massima serie senza sconfitte.
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