Maglia calcio egitto 2018
La scelta di Nike come sponsor tecnico non è stata casuale: il marchio americano condivide la visione innovativa e l’ambizione del Como Women, mirando a ridefinire il ruolo del calcio femminile nel panorama sportivo nazionale. Arancione a dominare, inserti blue navy, colletto alla coreana, righe strette tono su tono: scelte semplici ma piuttosto eleganti, ancora di più nel contrasto con le foto di presentazione da carcerati di Lasagna, Teodorczyk, De Maio e Pussetto. Se la prima maglia senza strisce è stata indicata come un salto nel futuro, la ricostruzione di un’identità senza strisce (stand together, be the stripes è il claim), la seconda e la terza maglia sono variazioni di uno stesso progetto con scelte di colori piuttosto randomiche: la seconda è bianca con richiami rossi, mentre la terza è Unity Blue con richiami argento. Va però segnalato il recupero dei colori degli anni 90. Dallo stadio l’effetto è davvero bello. Se le righe strette hanno sempre il loro fascino, così come alcuni dettagli della maglia (il colletto a polo con rib elastico e chiusura a scomparsa e il tessuto a trame opache e lucide), non possiamo non storcere il naso davanti all’eccesso (in tutti i sensi) degli sponsor: ben 3, uno più invasivo dell’altro.
Oppure se preferisci poterla toccare ogni volta che ti pare ti consigliamo di inserire una sagoma in cartone che generi dei volumi anche intorno alle braccia e appenderla al muro (dal cartone) in modo da non far gravare il peso sul tessuto della maglia della tua squadra di calcio preferita. Con i design autentici e i dettagli della squadra avrai un look da professionista, mentre il tessuto leggero ti assicura freschezza quando il ritmo si fa più intenso. Nonostante sia perfetta per i centrocampisti-manga della squadra di Maran, poi, la seconda maglia del Cagliari non perde in eleganza, con gli inserti rossoblù su maniche e collo a fare onore ai colori sociali e gli sponsor che si integrano quasi del tutto in maniera naturale. Le novità di quest’anno sono una fascia superiore di un viola leggermente più scuro, come se la testa e le spalle dei giocatori fossero sempre in ombra, e l’impercettibile inserto viola scuro, rosso e bianco sul fianco sinistro (e dietro al colletto) che richiama i colori sociali della squadra toscana ma anche il logo del brand e ovviamente la bandiera francese.
Nel campionato 1980/81, il Milan è stata la prima squadra italiana ad adottare i nomi dei giocatori sulla schiena: questa innovazione è stata gradualmente eliminata l’anno successivo e poi è diventata obbligatoria per tutti nel 1995/96. Nello stesso anno compare un diavolo stilizzato sul petto, a destra. Poi, nella stagione 1980-81, per festeggiare lo scudetto vinto dall’Inter, tornò il tricolore sulla maglia e lo stemma della squadra fu spostato sulla manica destra. 5 del Regolamento divise da gioco, pubblicato dalla Lega che impone la visibilità dello stemma o del nome della società una sola volta! Curiosi, ma non fastidiosi, gli intarsi azzurri all’altezza delle ascelle e a chiusura delle maniche, sobrio il quasi invisibile colletto a V, qualche dubbio sullo stemma di vincitori della Coppa Italia piazzato precisamente al centro della maglia appena sotto il colletto nel punto più visibile possibile, come a voler ricordare a tutti in ogni momento il trofeo conquistato. Una volta che le dimensioni sono corrette stampo e poi passo la maglia sotto la pressa a caldo per fissare l’immagine.
Una riproduzione della Viverna è posta tono su tono sotto lo stemma, come nelle ultime stagioni. Essere dotati di “occhiometro”, come Fabio Capello chiama la qualità innata degli allenatori che sanno vedere durante gli allenamenti e le partite quali sono i giocatori più performanti non solo in termini di eccellenza nel tiro, nel dribbling, nelle transizioni ma anche e soprattutto a livello di prestazione fisica, rimarrà sicuramente una delle peculiarità del bravo allenatore in grado di decidere sempre per il meglio quale formazione schierare. Decisamente da dimenticare la maglia europea dell’Athletic Bilbao 2003/04. Disegnata dall’artista basco Dario Urzay per celebrare il ritorno nelle coppe europee, per i tifosi somigliava un po’ troppo a una spruzzata di ketchup su un piatto bianco. Il rischio, quando si parla di maglie del Napoli, terza maglia roma è che finiamo per assuefarci alla bruttezza. Scopri la nostra selezione di maglie calcio bambino club e maglie calcio bambino nazionali.
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